Tu eri li, un grande punto interrogativo.
C’era una luna, delle stelle e le luci delle città viste dall’alto.
Penso che quando i giorni in cui non siamo insieme diventano l’eternità, ogni cosa cambia.
D’improvviso mi sei apparsa più bella e giovane, con lo spirito viaggiante nelle domeniche d’Aprile.
E tu che non ti piaci, ed io che ti trovo splendida.
Ci siamo guardate nel fondo della luna ed io cosa avrei dovuto fare?
Dirti che trovare la pace tra noi sarà semplice come un tuffo nel lago o che cercare le parole per farti sentire meglio è una cosa naturale e che sarò sempre al tuo fianco nel bene e nel male?
Invece ti dedicherò ogni mio sguardo su quel corpo pieno di smagliature.
Ti bacerò ogni volta che la tua moralità sbagliata andrà contro alle leggi dei weekend.
Ti donerò l’acqua salata dei mari d’inverno ogni volta che amerai degli altri prima di me.
Non smetterò, giuro, di accarezzarti le notti stracolme di un’amore occasionale
che racconterai ad amici ribelli durante le grigliate estive.
Ci sarà sempre un posto per te nella mia testa.
Ma quella notte hai fatto tu il primo passo.
Mi dicevi nell’orecchio che l’avevi fatto un milione di volte quel momento prima di un bacio
e mai era stato così buffo.
Così hai socchiuso le palpebre, una lacrima di rimpianto era uscita dagli occhi verdi e sono sicura che avevi pensato a quella valigia piena di vestiti a fiori e a all’America che reputi la felicità.
Eri una calamita di avventure.
Così c’ero cascata: un bacio al primo appuntamento è e resterà l’inganno peggiore di una partita di poker.
Per me era l’ennesimo due di picche: ti chiedevo di innamorarti di me all’infinito
e tu m’hai chiesto se avevo sete.
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